Brano: [...]a i fattori criminogeni hanno i bisogni sociali, che, nello stesso articolo, pone sullo stesso piano delle « tendenze naturali » a delinquere.
Qua e là il giovane giornalista affronta anche i problemi concernenti la scienza, il suo metodo, il suo valore ed i suoi rapporti col « misticismo mo
lo Il Bellamy, autore di un romanzo a sfondo utopistico Looking Backward 20001887, fondò i « Bellamy Clubs », organizzazioni indirettamente controllate dalla Società Teosofica. Annie Besant, prima di giungere al vertice della Società, era stata molto vicina agli ambienti femministi e socialisti dell'Inghilterra degli anni '80. Per le sue idee sociali, cfr. l'opuscolo Quistioni sociali. Conferenze tenute nell'estate 1909 alla St. James Hall di Londra, Genova, tip. A. Barisione, 1911.
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demo ». In questa categoria, egli pone fenomeni diversissimi, dalle manifestazioni di ipnotismo con cui si esibisce un certo dott. Pickman al teatro Valle di Roma alla « bancarotta della scienza » proclamata dal Brunetière, dalla crescente ammirazione anche in [...]
[...] di tutto il pensiero di Amendola. Il giovane giornalista de « La Capitale » vive insomma un dissidio, che, con dimensioni incomparabilmente maggiori, comincia a travagliare la coscienza europea: l'abbandono dello scientismo positivistico, la riscoperta, spesso emergente dal seno del positivismo migliore, dei valori dell'inconscio, dell' « irrazionale », del misticismo religioso. Lo sbocco traumatico di tale crisi sarà per Amendola l'ingresso nella Società Teosofica.
Egli aveva già preso in esame, nei primi due articoli comparsi sul quotidiano romano, i principi e l'organizzazione della Società; nel primo (La Società Teosofica, 16 dicembre 1899), Amendola dimostrava una conoscenza discreta delle dottrine teosofiche; nel secondo (27 dicembre) era riportata un'intervista concessa dal bramino Roy Chatterij, venuto a Roma per una serie di conferenze, ed in questa conversazione si manifestavano le molte perplessità del giovane Amendola di fronte alle idee dei teosofi. Eppure, a quanto sembra, proprio l'incontro con Chatterij, la familiarità che ben presto raggiunse con lui furono decisivi nella conversione di Amendola alla teosofia. Ma questa scelta aveva quel retroterra che abbiamo cercato fin qui di delineare: l'educa[...]
[...] teosofica romana; senza dimenticare che, soprattutto nel Mezzogiorno, nel tronco della tradizione carbonaromazziniana, anticlericale e massonica, erano presenti vena
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ture occultistiche e che, per esempio, a Sarno, patria degli Amendola, operava Filippo Abignente, attivo negli ambienti teosofici e spiritici, cugino di Giovanni Abignente cui Amendola successe nel 1919 come deputato del collegio di Mer
cato S. Severino,
La Società Teosofica fu solo una delle numerose sette esoteriche che allora
prosperarono; la sua nascita (1875) ed il suo sviluppo vanno inseriti in quell'epidemia spiritica, misticheggiante ed occultistica, che costituisce uno degli aspetti meno conosciuti della seconda metà del secolo scorso. Le idee teosofiche avevano trovato una certa diffusione anche nel nostro paese: dopo i primi contatti col mondo della teosofia francese, che risalivano circa al 1880, nei primi anni Novanta era stata aperta una libreria ed una biblioteca teosofica in via del Corso a Roma, da cui prendeva avvio un certo lavoro di proseliti[...]
[...] sue diverse componenti: fra queste il Cortesi annoverava anche il « teosofismo »,
« forma di cristianesimo filosofico, d'origine protestante, che ha una certa vita
in America ed in Inghilterra », ne accennava alla diffusione in Italia, anche se mostrava di ritenere che essa, « lontana dal nostro carattere fantasioso meri
dionale », avesse poca possibilità di attecchirvi 11. Negli anni successivi, invece, abbastanza grande fu la diffusione della Società Teosofica: la prima loggia italiana fu fondata a Roma il 22 gennaio 1897 (presidente l'ingegner Gualtiero Aureli) alla diretta dipendenza della Società Teosofica di Londra; il 1° gennaio 1898 cominciò ad essere pubblicata la rivista « Teosofia », mentre il 18 marzo dello stesso anno veniva a Roma Annie Besant, che tenne una conferenza all'Associazione della Stampa. Negli ultimi mesi del 1899, grazie all'attività di un'altra teosofessa, Isabella CooperOakley, si fondava una società teosofica a Firenze, mentre nel 1900 si procedeva alla fondazione delle logge milanese e napoletana. Due anni dopo l'adesione di Amendola, il 1° e 2 febbraio 1902, sarebbe stata istituita la sezione italiana della Società Teosofica, che il 17 ottobre 1904 avrebbe inaugurato [...]
[...]mentre il 18 marzo dello stesso anno veniva a Roma Annie Besant, che tenne una conferenza all'Associazione della Stampa. Negli ultimi mesi del 1899, grazie all'attività di un'altra teosofessa, Isabella CooperOakley, si fondava una società teosofica a Firenze, mentre nel 1900 si procedeva alla fondazione delle logge milanese e napoletana. Due anni dopo l'adesione di Amendola, il 1° e 2 febbraio 1902, sarebbe stata istituita la sezione italiana della Società Teosofica, che il 17 ottobre 1904 avrebbe inaugurato la sua sede a Roma con un nuovo intervento della Besant. Il discreto successo ottenuto dalla propaganda teosofica in Italia è dimostrato anche dal fatto che al congresso teosofico di Adyar, alla fine del dicembre 1906, la sezione italiana avrebbe presenziato con ben quindici gruppi.
Ma quali furono le motivazioni di fondo che spinsero Amendola sulla
strada della teosofia? Ne parla egli stesso in una lettera alla fidanzata Eva del 6 giugno 1904:
Toute ma vie a été une grande oscillation entre ces deux pois: l'intelligence et l'esprit, accompagnée p[...]
[...]igioniero del divenire, perché egli andava cercando un ubi consistam sicuro, un fondamento assoluto. Ecco ciò che ha cercato e gli è parso di trovare nella teosofia: la prova inoppugnabile, la certezza indiscutibile dell'esistenza dello
spirito e dell'immortalità dell'anima: solo basandosi su questa sicurezza strenuamente antimaterialistica, è possibile sconfiggere l'egoismo, l'ingiustizia, la vio
lenza, è possibile avere un ancoraggio morale. La Società Teosofica, con le leggi del karma e della reincarnazione, col suo cristianesimo esoterico e con la sua fede in un progresso spirituale infinito degli uomini, con l'atmosfera che si respirava nelle sue logge e con i voli poetici che si leggevano nelle sue riviste, poteva provvisoriamente, in guisa certamente fantastica, acquietare le ansie di un diciottenne in preda « alla piú pazza sfuriata di romanticismo che io conosca, dentro e fuori la letteratura che mi è nota », come avrebbe scritto a Papini nel 1906 (Kühn, p. 116).
Questa fase di « teosofia ingenua » durò fin verso la fine del 1901. Furono anni[...]
[...]lato « un'indagine psicologica seria che ampliava i suoi confini e contribuiva a mettere in crisi certe troppo facili conclusioni intorno alla struttura della mente umana », dall'altro « lo sforzo di recuperare nel mondo magico e nell'esperienza mistica il patrimonio perduto della fede » 17.
Immerso in queste problematiche, vivendo anni di fervido impegno, Amendola era giunto alla fine del 1903: nei due anni successivi maturò il suo distacco dalla Società Teosofica. A tale svolta contribuí decisamente l'incontro, avvenuto verso la metà del dicembre 1903, con Eva Kühn, ragazza lituana che dopo aver soggiornato nelle piú importanti città europee, viveva allora a Roma, per apprendere l'italiano e giungere cosí alla laurea in letterature comparate. Fra i due immediatamente sbocciò un amore profondo, che esercitò un notevole influsso sulla personalità amendoliana. Il rapporto con Eva, decisamente avversa all'occultismo, contribuí a sottrarlo alle suggestioni esoteriche, ma soprattutto lo liberò da quella « solitude », da quella « souffrance », da quel « sent[...]
[...]elle j'ai regagné l'équilibre et la justice que je savais d'avoir perdue, mais avec laquelle je n'aurai rien en commun. Ma théosophie reste, mais c'est bien different, elle sera la base d'une vie beaucoup plus forte » (Kühn, pp. 6970). Ma se la teosofia era ormai il simbolo di un mero impegno morale, erano inutili le mitologie orientaleggianti, i fumosi misticismi, le dottrine dogmatiche; era senza senso l'affiliazione ad un'organizzazione, come la Società Teosofica italiana, in cui stavano scoppiando continui scandali, in cui si commettevano « azioni enormi, degne di codice penale », soprattutto da parte di quella sorta di « nume tutelare » che era la famigerata Mrs. Oakley. Contro i suoi imbrogli, Amendola insieme a Ferrando, Cervesato, i coniugi Bozzelli ed altri amici condussero nell'estate del 1905 una dura lotta, che sembrò avere un momentaneo successo; ma un intervento della « papessa » Annie Besant domò la ribellione ed allora
« i teosofi onesti che avevano un po' di sale in zucca uscirono disgustati dalla Società »18. Era l'autunno del 1905, ma[...]
[...] Ruskin, per le correnti di misticismo religioso, per i new thinkers americani 19 ecc. Ma se non c'era frattura nei temi di riflessione, ve n'era una, decisiva, nel metodo d'indagine. Alla fine del 1906, Amendola scriveva a Papini: « Conosco personalmente i fantasmi, sebbene ne parli meno di te — ma non ne voglio essere apostolo — piuttosto che vivere fra essi preferisco l'assoluta sterilità » (Kühn, p. 116).
ROBERTO PERTICI
18 GUIDO FERRANDO, La Società Teosofica, n, « La Voce », i, n. 17, 8 aprile 1909, p. 66.
19 Il new thought americano annoverava pensatori oggi dimenticati, allora molto noti come Ralph Waldo Trine, Horatio Dresser, Edward Carpenter, Prentice Mulford ecc.
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NOTA BIBLIOGRAFICA. — Gli anni dell'adolescenza e della prima giovinezza di Giovanni Amendola sono stati senza alcun dubbio i meno studiati dalla storiografia amendoliana. Questa lacuna si è verificata certamente per la difficile reperibilità dei suoi articoli e saggi giovanili, per la scarsezza delle fonti documentarie e per il fatto che l'attenzione pr[...]
[...]i dalla storiografia amendoliana. Questa lacuna si è verificata certamente per la difficile reperibilità dei suoi articoli e saggi giovanili, per la scarsezza delle fonti documentarie e per il fatto che l'attenzione precipua degli studiosi è stata rivolta agli anni delle battaglie antifasciste; ma indubbiamente ha pesato anche il carattere eccentrico, inconsueto dell'esperienza giovanile amendoliana, che si svolse per tanta parte, all'interno della Società Teosofica, tanto che, quando se n'è parlato, lo si è fatto con intenti più o meno sottilmente polemici, come da parte del PAPINI, in quello che è il primo, rapido profilo biografico di Amendola, pubblicato nel febbraio 1919 sulla « Vraie Italie, organe de Liaison Intellectuelle entre l'Italie et les autres Pays ». Anche nel bel saggio di PREZZOLINI, che apparve in edizione provvisoria e ridotta su « L'Italia che scrive », febbraio 1924, poi in volume presso l'editore Formiggini nel 1926, ora ristampato nel libro Amendola e «La Voce » (Firenze, Sansoni, 1973) non ci sono che pochi cenni ai problemi da n[...]
[...]onvegno di SANDRO ROGARI, Formazione e pensiero religioso di Giovanni Amendola, pp. 79106 e di ANTIMO NEGRI, Maine de Biran nel pensiero di Amendola, pp. 6177. Recentemente infine è apparso l'articoletto di BEATRICE BISOGNI, Giovanni Amendola teosofo e massone, in AA.VV., La libera muratoria. Massoneria per problemi, Milano, Sugarco, 1978, pp. 109112, opera sostanzialmente apologetica.
Sulle vicende le dottrine, le figure più rappresentative della Società Teosofica, cfr. RENÉ GUENON, Le théosophisme. Histoire d'une pseudoreligion, Paris, Nouvelle Librairie Nationale, 1921, opera di notevole interesse, fortemente ostile alla teosofia, anche se scritta in un'ottica interna al mondo ed ai problemi dell'esoterismo; MARIO MANLIO ROSSI, Spaccio dei maghi, Roma, Doxa, 1929, opera scritta con acume e ironia dal futuro storico e studioso di filosofia; EMILIO SERVADIO, La ricerca psichica, Roma, Paolo Cremonese ed., 1930, in cui le idee teosofiche sono esposte nel piú ampio quadro della parapsicologia; GIOVANNI BuSNELLI s.J., Manuale di Teosofia, Roma, La Civiltà[...]
[...]iche sono esposte nel piú ampio quadro della parapsicologia; GIOVANNI BuSNELLI s.J., Manuale di Teosofia, Roma, La Civiltà Cattolica, 1932', in cui è netta .la condanna cattolica della teosofia; H. C. PUECH, Storia delle religioni, XIIEsoterismo, spiriti
smo, massoneria, Bari, Laterza, 1978. Sulle vicende della teosofia italiana si possono vedere: DECIo CALVARI, La teosofia a Roma, « Teosofia » , rI, gennaio 1899, n. 1, pp. 14; GUIDO
FERRANDO, La Società Teosofica, I e n, « La Voce», I, n. 14 del 18 marzo 1909 e n. 17, 8 aprile 1909; ARNALDO DELLA TORRE, Il cristianesimo in Italia dai filosofisti ai modernisti, Palermo, Sandron, s.d., pp. 4023.